venerdì 26 giugno 2015

Questo è un periodo difficile per i freelance

In questi giorni il commercialista manda un'email, oppure fa una telefonata, e chiama a raccolta il popolo delle partite IVA per comunicare l'importo da versare nelle casse dello stato. Una seccatura. No, non è una seccatura. Si tratta di una vera e propria stilettata nel fianco.

Abbiamo superato con successo i pericoli del nuovo regime dei minimi (imposta sostitutiva al 15% e fatturabile a 15,000 euro) ma rimane la pressione fiscale. Una pressione che ti costringe a sacrificare buona parte dei guadagni. Non è roba tua, qualcuno mi dirà. Tutti pagano le tasse.

Ma quella percentuale che viene decurtata dal tuo conto corrente bancario diventa una vera e propria frustata quando le percentuali arrivano al 50%. Certo, chi lavora con il regime dei minimi ha delle condizioni vantaggiose, ma la sostanza è questa: pagare le tasse fa male.

Ecco il mio pensiero.

domenica 11 gennaio 2015

Alla grande con Youtube

Lo sai che il mio canale Youtube sta vivendo una seconda giovinezza? Ecco il primo video della rubrica "Un caffè con My Social Web". Buona visione e, soprattutto, buona condivisione.

sabato 13 dicembre 2014

Geopolitica dell’universo freelance

Sarà un dicembre di evoluzione, e questo già lo sai.

Ho annunciato al mondo intero che devo modificare il mio modo di fare il webwriter freelance. Il motivo? Bisogna crescere. Altrimenti si rimane piccoli. Dietro questa risposta volutamente criptica si nasconde un dettaglio che ogni freelance conosce, che ogni lavoratore indipendente ha vissuto sulla propria pelle.

 Sto parlando del profilo junior che ti contraddistingue: ti marchia a fuoco come un tempo avveniva per le adultere segnate dalla lettera scarlatta. Quando inizi, quando inizia a lavorare nel mondo del web marketing di solito fai esperienza in un’agenzia: fai qualche stage, magari riesci a strappare un contratto a tempo determinato e impari qualcosa.

Poi decidi di lavorare come freelance perché la situazione si è messa male, perché non c’è lavoro nelle altre agenzie nei dintorni, perché hai deciso che vuoi puntare sulle tue capacità. Ma ti manca qualcosa: l’esperienza. Un freelance deve fare formazione, ma deve anche creare le occasioni necessarie per il confronto con i colleghi, con le persone che fanno il tuo stesso lavoro o che svolgono funzioni limitrofe.

 Leggere libri è perfetto per imparare (hai dato uno sguardo alle prime trenta pagine di Fare blogging?), partecipare a un workshop è perfetto per acquisire competenze esclusive, uniche. Ma i trucchi del mestiere li impari sul campo, anche con una chiacchierata o un semplice scambio di opinioni.

Meglio ancora: con un progetto in comune, partecipando a un lavoro di gruppo capace di mescolare profili di alto livello. Il freelance è destinato a muoversi. Non è di certo un’idea nuova, ma è sempre più attuale. Ed è questo il consiglio che voglio dare a chi si affaccia alla professione del freelance, ma anche a chi ha l’umiltà di voler sempre imparare: cerca di fare squadra, lascia spazio per i progetti che ti permettono di entrare in contatto con persone capaci, interessanti.

Alza il culo dalla sedia e vai agli incontri, alle presentazioni dei libri che ami: qui ci sono le persone che cerchi. Ed ecco che entra in campo la geopolitica: spesso gli appuntamenti più interessanti si organizzano da Roma in poi. A Napoli c’è qualcosa, poi davvero poco.

Quindi diventa un investimento spostarsi. Ma lo vuoi un consiglio? Fallo. Spostati. Seleziona gli eventi (non puoi e non devi essere ovunque) ma partecipa. Non per fare presenzialismo inutile, ma per conoscere le persone giuste. Per creare buone relazioni.

mercoledì 26 novembre 2014

Google Contributor: pagare per non vedere pubblicità

Un tempo c'era la pubblicità di Google. Un tempo c'erano i banner di AdSense che si infilavano negli angoli più insidiosi di un blog. E ti costringevano a cliccare su pubblicità inutili.

Una pessima user experience in cambio di pochi centesimi. Poi le persone hanno iniziato ad affilare lo sguardo e a evitare le pubblicità come dei moderni Arsenio Lupin. Guadagnare una somma degna di nota con AdSense è diventato sempre più difficile.

 Ma proprio quando avevi abbandonato i sogni di gloria spunta una novità: Google Contributor. Ovvero una nuova diavoleria firmata Mountain View che ti spiega come guadagnare con il tuo blog.

Cosa è Google Contributor?

Un servizio Big G, ancora in fase beta, che ti permette di pagare una somma minima (da 1 a 3 dollari al mese) per eliminare la pubblicità da un sito. Il web si fonda sulla pubblicità - recita il sito di riferimento - ma oggi c'è un nuovo modo per aiutare le persone a creare nuovi contenuti. Più offri e più contribuisci.

Una parte del tuo versamento andrà al proprietario del sito e al posto delle pubblicità vedrai un blocco vuoto. E un messaggio di ringraziamento, un semplice thank you.

Perché le persone dovrebbero pagare?

Perché i contenuti di qualità attirano la benevolenza del pubblico. La differenza con qualsiasi altro plugin per eliminare la pubblicità? Contribuire in modo attivo a un progetto che reputi interessante.

  google contributor
Non condividi il circuito pubblicitario, trovi inutile quel banner che sbraccia per attirare la tua attenzione. Però vuoi dare un contributo al tuo progetto editoriale preferito: usi Google Contributor.

venerdì 25 luglio 2014

Social Signal: quanto al chilo?

Ieri mi è capitato di leggere un annuncio davvero interessante: l'autore vendeva Social Signal a pacchi di 100 unità. Ti servono i like? Prego. Vuoi i ReTweet? Serviti pure, puoi pagare alla cassa.

 E per chi veramente non riesce a far funzionare quella capra di Google Plus ci sono i +1. Basta elemosinare condivisioni e apprezzamenti: un colpo di carta di credito e porti a casa tutti Social Signal. che ti servono per giustificare al tuo capo ogni preventivo.

 Non voglio commentare questa pratica. Per me possono comprare i fan, i follower, i +1, le cerchie e tutto quello che vogliono. Possono fare come credono. Per me è ok. Chiedo solo una cosa: cosa vi aspettate? Cioè cosa diavolo vi aspettate? Interazioni? Commenti? Perfetto, va bene.

Fate come vi pare. Ma poi porca miseria non rompete i coglioni al Social Media Manager di turno con le lagne di chi non riesce a muovere neanche una foglia sui social!

venerdì 9 maggio 2014

Io seguo l'enciclopedia Treccani

Segui la Fan Page dell’enciclopedia Treccani? Condivide sempre ottimi contenuti e curiosità relative alla grammatica italiana. Ed è sempre un bene riprendere l’argomento, vero?

 La cara grammatica italiana. Essere blogger vuol dire incrociare gli interessi del lettore, conoscere i linguaggi dei social, approfondire i principi della SEO. Ma la buona scrittura resta la base della tua attività.




Gli sbagli aiutano a crescere, certo, ma non per questo devi coprire di vergogna la tua attività di blogger. Amo il sito dell’Enciclopedia Treccani perché offre ogni giorno nuove occasioni per approfondire la grammatica: e tu?

domenica 26 gennaio 2014

Perché il freelance deve usare bene i social?

Devi usarli ma devi usarli bene.

Il freelance ha un compito infausto da svolgere: deve dimostrare ogni giorno, ogni santo giorno, il suo valore. E lo deve fare se vuole emergere e migliorare la propria posizione.

È un obbligo? Ovvio, la risposta è un no. Per essere un buon freelance non devi per forza diventare un beniamino dei social. Ci sono tanti professionisti che lavorano bene grazie al passaparola tra i clienti, ma se sei agli esordi e se vuoi guadagnare visibilità i social possono darti una mano. 

Non credi?

A proposito di freelance... visto la campagna CoglioniNo?